Del COVID-19 abbiamo imparato a conoscere i danni polmonari, ma nelle ultime settimane, alcuni studi
hanno iniziato ad evidenziare il legame tra l’infezione e le patologie cardiache. Non è ancora chiaro come il
nuovo coronavirus influenzi la salute del cuore, ma tra le “condizioni pregresse” che aumentano il rischio di
complicanze serie della malattia, in prima linea sembrano esserci quelle cardiovascolari. Ci sono
segnalazioni di lesioni cardiache acute, aritmie, ipotensione, tachicardia e di un’alta proporzione di malattie
cardiache concomitanti negli individui contagiati, specialmente in coloro che richiedono cure intensive.
Uno studio osservazionale su 416 pazienti con infezione da nuovo coronavirus a Wuhan, in Cina, sembra
suggerire che le lesioni cardiache siano una condizione piuttosto ricorrente nei pazienti ricoverati in
ospedale con sintomi evidenti, e che esse siano associate a un rischio più elevato di mortalità
intraospedaliera.
È noto che i pazienti con influenza corrono un rischio aumentato di attacchi di cuore e malattie
cardiovascolari. In base a uno studio del 2018 pubblicato sul New England Journal of Medicine, nei sette
giorni successivi a una diagnosi di influenza è sei volte più probabile avere un infarto. La combinazione tra
le due infezioni potrebbe inoltre esacerbare il carico di lavoro sul cuore: in uno studio preliminare su
pazienti nell’epicentro dell’epidemia in Cina, il 4% dei casi confermati di COVID-19 aveva
contemporaneamente anche un’altra malattia virale (nella maggior parte dei casi, l’influenza) poiché un
organismo già impegnato a combattere una patologia è più vulnerabile ad altri malanni.